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Accessibilità siti web 2025: tutto ciò che devi sapere

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Lo sapevi che oltre 135 milioni di persone in Europa vivono con una disabilità?

Proprio per garantire che i servizi digitali, ormai parte integrante della nostra vita quotidiana,  siano accessibili a tutti, compresi coloro con disabilità, è stato introdotto l’European Accessibility Act.

Adeguarsi a questa normativa entro il 2025 non è solo una questione di inclusione, ma anche una necessità per evitare sanzioni economiche importanti.

In questo articolo scoprirai tutto quello che devi sapere sull’EAA: chi è coinvolto, quali sono i rischi in caso di mancata conformità e, infine, una pratica checklist con le azioni da intraprendere fin da subito per metterti in regola.

Cos’è l’European Accessibility Act (EAA)

L’European Accessibility Act (EAA) è una direttiva dell’Unione Europea pensata per garantire che prodotti e servizi digitali siano accessibili a tutti, comprese le persone con disabilità. 

È stata approvata nel 2019 e nasce con l’obiettivo di rendere il mercato europeo più inclusivo, rimuovendo le barriere che ancora oggi impediscono a milioni di cittadini di usare siti web, app, dispositivi elettronici e servizi online in modo autonomo.

A partire dal 28 giugno 2025, tutte le aziende che offrono servizi digitali al pubblico nell’UE dovranno rispettare precise regole di accessibilità. 

Questo significa, ad esempio, rendere i siti web navigabili con la tastiera, garantire una buona leggibilità dei testi, offrire alternative ai contenuti visivi o sonori e molto altro.

L’EAA non riguarda solo la responsabilità sociale, ma introduce obblighi concreti: chi non si adegua rischia sanzioni e limitazioni commerciali. 

Chi deve adeguarsi all’European Accessibility Act

L’European Accessibility Act si applica a un’ampia gamma di aziende e settori che offrono prodotti e servizi digitali all’interno dell’Unione Europea. 

Tutte le piccole e medie imprese (PMI) e le grandi imprese devono adeguarsi entro giugno 2025. 

Solo le microimprese, ovvero quelle con meno di 10 dipendenti e un fatturato annuo inferiore a 2 milioni di euro, sono escluse dall’obbligo.

I settori coinvolti sono molti. 

Gli e-commerce devono garantire che i loro siti e app siano accessibili a tutti, dalla navigazione alla conclusione dell’acquisto. 

Le banche e le aziende finanziarie devono rendere accessibili servizi come home banking, app di pagamento e portali assicurativi. 

Anche il settore dei trasporti è interessato: app e siti per prenotare voli, treni o autobus dovranno essere utilizzabili anche da chi ha disabilità.

Le telecomunicazioni devono assicurare accessibilità a servizi internet, telefonici e relative app. 

Anche software e applicazioni desktop e mobile destinate al pubblico devono rispettare i requisiti previsti. 

Le piattaforme media, come siti di streaming video, audio ed editoria digitale, rientrano anch’esse nella normativa.

Infine, le web agency e gli sviluppatori che realizzano siti e app per conto terzi devono garantire che i prodotti finali siano conformi ai requisiti di accessibilità.

Rischi di non conformità all’EAA

Cosa succede se il mio sito web non è conforme?

Se il tuo sito web non rispetta i requisiti previsti dall’European Accessibility Act dopo il 28 giugno 2025, potresti andare incontro a sanzioni legali e a conseguenze significative per il tuo business. 

Le autorità nazionali dei Paesi membri dell’UE saranno incaricate di verificare la conformità e potranno imporre multe, diffide formali e persino limitazioni alla commercializzazione dei tuoi servizi digitali.

In Italia, per esempio, la normativa sull’accessibilità ha radici profonde grazie alla Legge Stanca del 2004, inizialmente rivolta alla Pubblica Amministrazione. 

Dal 2020 però, gli obblighi sono stati estesi anche ad alcune grandi imprese private. 

Con l’introduzione del Decreto Legislativo n. 82/2022, che recepisce l’EAA, l’obbligo di accessibilità si applica oggi a un numero molto più ampio di aziende, anche con fatturati inferiori ai 500 milioni di euro annui.

Le sanzioni per la non conformità possono variare, ma di norma queste sono le indicazioni principali:

  • Le aziende già soggette alla Legge Stanca hanno 90 giorni di tempo per adeguarsi e rischiano multe fino al 5% del fatturato annuo.
  • Le altre imprese possono incorrere in sanzioni fino a 40.000 euro, sempre dopo un preavviso di 90 giorni.

 

Come adeguarsi all’European Accessibility Act

Adeguarsi all’European Accessibility Act richiede un approccio strutturato e proattivo. 

Il primo passo è eseguire un test di accessibilità sul proprio sito web, app o piattaforma digitale. 

Questo controllo serve a individuare tutte le barriere che possono ostacolare l’utilizzo del servizio da parte di persone con disabilità

Gli audit possono essere svolti con strumenti automatici (come WAVE o Axe) e con verifiche manuali, fondamentali per valutare l’esperienza utente reale.

Oltre all’audit iniziale, è importante eseguire test regolari, soprattutto dopo ogni aggiornamento o rilascio di nuove funzionalità. 

Questi test permettono di mantenere la conformità nel tempo e prevenire problemi futuri.

Un ruolo centrale lo giocano gli sviluppatori e i web designer, che devono integrare l’accessibilità sin dalle prime fasi del progetto

Questo significa affidarsi a professionisti competenti, in grado di garantire il successo del progetto digitale incluso il pieno rispetto delle normative sull’accessibilità.

Integrare questi requisiti sin dalle prime fasi di sviluppo consente non solo di evitare costose modifiche a posteriori, ma anche di ridurre il rischio di sanzioni e offrire fin da subito un’esperienza digitale inclusiva, efficace e accessibile a tutti.

Correlato: Come testare l’accessibilità di un sito web

Le WCAG: tutte le linee guida per soddisfare i requisiti dell’EAA

Le WCAG (Web Content Accessibility Guidelines) sono le principali linee guida internazionali per rendere i contenuti digitali accessibili a tutti, comprese le persone con disabilità visive, uditive, motorie o cognitive. 

Sviluppate dal W3C (World Wide Web Consortium), le WCAG forniscono una base tecnica concreta per rispettare le normative sull’accessibilità, tra cui l’European Accessibility Act (EAA).

Queste linee guida si fondano su quattro principi fondamentali, noti con l’acronimo POUR:

  • Percepibile: le informazioni devono poter essere percepite da tutti. Ad esempio, è necessario offrire alternative testuali alle immagini e garantire un contrasto adeguato tra testi e sfondi.
  • Utilizzabile: l’interfaccia deve essere operabile con diversi dispositivi e modalità, anche senza mouse, ad esempio solo con tastiera.
  • Comprensibile: contenuti e comandi devono essere semplici da comprendere, prevedibili e coerenti.
  • Robusto: il contenuto deve funzionare correttamente con vari browser, dispositivi e tecnologie assistive.

Le versioni attualmente più diffuse sono le WCAG 2.1 e WCAG 2.2. La versione 2.1 ha introdotto criteri per migliorare l’esperienza mobile e per utenti con disabilità cognitive. 

La versione 2.2, pubblicata nel 2023, ha aggiunto nuovi requisiti per facilitare la navigazione tramite tastiera e migliorare la leggibilità dei contenuti.

Per il 2025, si guarda con attenzione alla futura WCAG 3.0, che promette un approccio più flessibile e orientato all’esperienza utente, con l’obiettivo di adattarsi meglio all’evoluzione tecnologica e offrire indicazioni più accessibili anche a chi sviluppa prodotti digitali complessi.

Perché l’accessibilità web è fondamentale nel 2025 e oltre

Nel 2025, l’accessibilità web non sarà più solo una buona pratica, ma una necessità concreta, sia dal punto di vista etico che strategico. 

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